Negli ultimi anni, abbiamo assistito a un aumento, sia in termini numerici che di severità, delle politiche e delle leggi anti-trans in vari Paesi, tra cui non poteva certo mancare l’Italia. Per alcune forze conservatrici, promuovere leggi anti-trans sembra ridursi a un mero esercizio ideologico, una sorta di espressione di una moralità immaginata, di solito mai praticata, che ignora e contrasta il riconoscimento di una società diversa e plurale. Queste misure, va chiarito, non sono semplici dichiarazioni di principio: hanno effetti concreti e dannosi sulla salute e sul benessere delle persone trans, in particolare di quelle più giovani. Le politiche che mirano a negare i diritti delle persone trans comunicano un messaggio chiaro e preciso: le loro identità non sono valide e le loro vite non sono degne di protezione. La mancanza di leggi e di politiche pubbliche che diano legittimità e sostegno a queste persone è molto dannoso per la loro salute mentale. Questo, che fino a poco tempo fa era un dato che chiunque con un po’ di buon senso avrebbe intuito, ora è stato dimostrato empiricamente.
Una recente ricerca scientifica pubblicata su Nature Human Behaviour ha dimostrato un collegamento significativo tra le leggi anti-trans, anche quando solo proposte, e un peggioramento della salute mentale delle persone trans e non binarie, soprattutto tra quelle giovani. La percezione che le proprie reti sociali appoggino queste leggi peggiora ulteriormente la situazione, rendendo ancora più difficile per queste persone sentirsi sicure e accettate.
Questo studio ha mostrato che, negli Stati dove sono state approvate, il numero di tentati suicidi tra giovani trans e non binari è aumentato in modo preoccupante, specialmente tra chi ha tra i 13 e i 17 anni. I dati parlano di un aumento che va dal 7% al 72% nell’anno successivo all’approvazione di queste leggi. Queste statistiche fanno emergere una realtà inaccettabile: le politiche anti-trans non solo minacciano i diritti delle persone trans e non binarie, ma mettono a rischio le loro vite!
Questi numeri ci devono far riflettere la classe politica, e chiunque faccia propaganda per cercare di ostacolare il riconoscimento, il benessere e la tutela delle persone trans: il supporto che una società civile deve offrire alle persone trans e non binarie non è solo una questione di diritti, ma di salvare vite. Le politiche e le leggi che negano la loro esistenza e dignità non sono mere battaglie politiche astratte, ma hanno conseguenze tangibili e gravi sulla salute mentale e fisica di queste persone, soprattutto di quelle più giovani e vulnerabili.
Quando le istituzioni perpetrano continui messaggi di rifiuto e discriminazione contro le esperienze trans e non binarie, si trasmette l’idea che la loro identità sia sbagliata, non reale, indesiderata, questo può portare a un profondo senso di alienazione, vergogna e disperazione. È importante comprendere che ogni legge, ogni dibattito pubblico e ogni dichiarazione contro i diritti delle persone trans ha un impatto diretto sulle vite di chi già vive quotidianamente discriminazione, stigma e pregiudizio (e sulle loro famiglie).
Il sostegno alle persone trans e non binarie non significa solo riconoscere i loro diritti legali, ma anche garantire che possano vivere in un mondo che le accoglie, le protegge e rispetta le loro esperienze e identità. Non possiamo ignorare il legame tra discriminazione e violenza istituzionalizzata e il peggioramento della loro salute mentale e fisica, né possiamo permetterci di ignorare ciò che accade di fronte a dati così allarmanti. Proteggere i diritti delle persone trans significa anche dare loro la possibilità di vivere con dignità e sicurezza, riducendo drasticamente il rischio di tragedie evitabili.
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