Nelle ultime settimane, nelle istituzioni del nostro Paese e nel suo tessuto sociale sono emerse, e continuano a farlo, voci che riflettono pregiudizi e disinformazione riguardo alla diversità di genere, specialmente quando si tratta dell’infanzia. Nell’inascoltabile silenzio generale della politica italiana – quella che mentre nei talk show si dice promotrice della difesa dei diritti civili e del diritto alla salute, non batte ciglio di fronte a un’ispezione al centro di riferimento più completo per la salute delle persone trans in Italia – tocca alle associazioni di persone trans e famiglie difendere quella manciata di risorse disponibili sul territorio ed esistenze meno comuni, ma certamente valide.
Le ultimi dichiarazioni sul caso Careggi di un’avvocata “premurosa” che si attribuisce la segnalazione al ministro Schillaci sul pericolo dei bloccanti della pubertà e sostiene che le famiglie che “inducono il cambio di genere dei propri bambini vanno denunciate”: non fosse per il piglio serio con cui le afferma, farebbero sorridere, tanto sono banali e ascientifiche. Mentre ci chiediamo se il codice deontologico dellз avvocatз prevede per loro la possibilità di esprimere a mezzo stampa opinioni personali, ci mettiamo in ascolto per capire da dove sorgono le considerazioni e quindi le preoccupazioni dell’avvocata. Per introdurre le sue competenze sulla diversità di genere nell’infanzia e adolescenza, dice: “ne ho parlato con psicologi”. Sarebbe però meglio specificare: che psicologз? Specializzatз in salute per le persone trans? Sono professionistз che hanno pubblicato le loro considerazioni su una rivista scientifica a doppia revisione cieca, o si trattava di una conversazione informale bevendo il tè delle cinque? E ancora, aggiunge, a dimostrazione di quanto solide sono le sue affermazioni: “ho letto un articolo che parla di questo evento”. Che evento? Che articolo? Un settimanale? La Verità forse?
Lз professionistз che si occupano di diversità di genere nell’infanzia e nell’adolescenza hanno letto (e a volte pubblicato) centinaia di articoli internazionali in riviste scientifiche di tutto il mondo, nell’arco degli ultimi vent’anni. Alcuni di loro, lo fanno dopo anni di studi, raccolta dati, prove, conferme. A volte, senza avere nemmeno il tempo di berlo il tè delle cinque. Quindi, al posto di occuparsi di questioni che, evidentemente, non le competono, chiediamo all’avvocata “premurosa” di farsi da parte e lasciar parlare e scrivere chi, anche nell’ambito della giustizia, di diversità di genere nell’infanzia se ne occupa a tempo pieno. O la vive in prima persona.
Contrariamente a quanto affermato nell’articolo che ha scelto di dare voce all’avvocata premurosa, accettare e sostenere l’identità di genere diverso da parte delle famiglie, e delle persone vicine non causa danni psicologici. Al contrario, la ricerca scientifica
dimostra che il sostegno e l’accompagnamento familiare e sociale sono fondamentali per la salute mentale e il benessere di bambinз e adolescenti di genere diverso (de Vries et al., 2014; Ehrensaft et al., 2018; Malpas & Giammatei, 2018; Russel et al., 2018; Simons et al, 2013; Turban & Ehrensaft, 2018). Il dialogo, e quindi anche l’ascolto attivo, basato sulla comprensione e il riconoscimento per l’adolescente della capacità di definirsi e definire il proprio percorso non sono un mezzo attraverso cui i genitori negano la propria responsabilità genitoriale per delegarla allз figliз. Al contrario, il sostegno e l’affermazione della loro identità di genere, qualunque essa sia, dimostrano un profondo impegno nel loro benessere e felicità e un compromesso sociale affinché tutte le persone possano esprimere liberamente la propria identità di genere senza paura di discriminazione o pregiudizio.
Alcune esperienze possono far paura, destabilizzare il nostro mondo e le nostre convinzioni. Ma l’ostinazione ad abbandonare la verità scientifica per aggrapparsi a false verità e promuovere un panico morale con l’obiettivo di limitare i pochi diritti esistenti in
Italia per le persone trans, questo sì che, forse, l’avvocata meriterebbe di esplorare, ma non con le stesse persone con cui beve il tè.
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Fonti consultabili:
de Vries, A. L. C., McGuire, J. K., Steensma, T. D., Wagenaar, E. C. F., Doreleijers, T. A. H., & Cohen-Kettenis, P. T. (2014). Young adult psychological outcome after puberty suppression and gender reassignment. Pediatrics, 134(4), 696–704. https://doi.org/10.1542/peds.2013-2958.
Ehrensaft, D., Giammattei, S. V., Storck, K., Tishelman, A. C., & Keo-Meier, C. (2018). Prepubertal social gender transitions: What we know; what we can learn—A view from a gender affirmative lens. International Journal of Transgenderism, 19(2), 251–268.
Malpas, J., Glaeser, E., & Giammattei, S. V. (2018). Building resilience in transgender and gender expansive children, families, and communities: A multidimensional family approach. In C. Keo-Meier & D. Ehrensaft (Eds.), The gender affirmative model: An interdisciplinary approach to supporting transgender and gender expansive children (pp. 141–156). American Psychological Association.
Russell, S. T., Pollitt, A. M., Li, G., & Grossman, A. H. (2018). Chosen name use is linked to reduced depressive symptoms, suicidal ideation, and suicidal behavior among transgender youth. Journal of Adolescent Health, 63(4), 503–505.
Simons, L. et al. (2013), Parental Support and Mental Health Among Transgender Adolescents, Journal of Adolescent Health, Volume 53, Issue 6, 791 – 793
Turban, J. & Ehrensaft, D. (2018), Research Review: Gender identity in youth: treatment paradigms and controversies, Journal of Child Psychology and Psychiatry 59:12 (2018), pp. 1228–1243
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⏩ Potete sottoscrivere la lettera aperta scritta da GenderLens contro l’ispezione al Careggi a questo indirizzo (persone e associazioni/collettivi).