Articolo internazionale
Gaslighting in the context of clinical interactions with parents of transgender children
Damien W. Riggs, Flinders University
Clare Bartholomaeus, University of Melbourne
Article in Sexual and Relationship Therapy · February 2018
Cosa succede quando unǝ bambinǝ o unǝ ragazzǝ comunica la propria identità transgender ai genitori? Le risposte possono variare molto, ma si collocano in un ampio spettro ai cui estremi troviamo i genitori che, superato il primo momento, si dimostrano supportivi e accompagnano lɛ loro figlɛ nel loro percorso e i genitori che rifiutano l’identità di genere dei figlǝ e li ostacolano.
Gli autori di una ricerca realizzata nell’università di Melbourne hanno preso in esame un gruppo di genitori che a prima vista appaiono positivi nei confronti dɛi figlɛ, ma che nei fatti creano delle barriere nel loro percorso.
Questi genitori instaurano con lɛ figlɛ un tipo di abuso chiamato gaslighting (non esiste una parola che traduca il termine in italiano). Il gaslighting consiste in una serie di comportamenti che mirano a destabilizzare l’altro e a renderlo insicuro. Nel caso delle persone transgender l’abuso è perlopiù correlato alla loro identità (identity-related abuse) e persegue lo scopo di controllarle e sminuirle. Abramson (2014, p. 2) lo definisce “una forma di manipolazione emotiva in cui il “gaslighter” (consciamente o no) induce in qualcuno la sensazione che le sue reazioni, percezioni, memorie e/o credenze siano non solo sbagliate, ma completamente senza fondamenta – paradigmaticamente, così infondate da essere qualificate come folli”.
Riconoscere il gaslighting nei genitori è abbastanza complesso.
Esso si manifesta in un contesto dove una delle parti esercita il potere e il controllo, ma nel caso di genitori e figlɛ questo è legittimato socialmente. I genitori possono addurre delle preoccupazioni circa la sicurezza dǝl figliǝ per limitare e ritardare le cure affermative di genere o la transizione sociale.
Gli autori attraverso l’analisi di tre casi clinici mettono in evidenza tre forme di gaslighting nei genitori di bambinɛ transgender:
la prima forma riguarda i genitori che cercano “una diagnosi” piuttosto che contribuire all’affermazione dǝl figliǝ
la seconda forma consiste nel dimenticare gli appuntamenti dallo psicologo intenzionalmente o rifiutarli
la terza caricare lǝ bambinǝ di fardelli emotivi, ad esempio utilizzando i pronomi sbagliati o cercando comprensione per il loro senso di “perdita” oppure ritenendo eccessive le sue richieste.
Come fanno notare gli autori, “il gaslighting dei genitori dɛ bambinɛ transgender è socialmente supportato all’interno del contesto del cisgenderismo”. A questo contribuisce anche la letteratura clinica sulla “desistenza” e “persistenza” che mette in dubbio le esperienze dɛi bambinɛ e legittima i genitori a mettere in discussione la loro identità di genere.
Le ansie e le paure dei genitori sono legittime, ma diventano un problema quando sono usate come scusa per non agire.